Forse non so
che ti amo,
non so più nulla,
non so se appartengo
al mio corpo,
se le ciglia
trattengano
il pianto
o la voce,
perché finora
solo continue
delusioni
e sofferenze
hanno trovato
corpo.
Voglio solo
tracciarti
con i miei sentimenti
e le mie emozioni,
percorrere
il tuo volto
col pensiero,
immergermi
nel suo profumo
immaginario
ed ecco
che la poesia
è nostra,
ci appartiene
e noi
siamo lattanti
di essa.
Certo è che
la tua dolcezza
è come il miele
dorato,
un connubio
di profondità
inscindibile
ed internazionale,
ma quale mondo
meriterebbe
l’ angelo
che ama
per la bellezza
che possiede?
Le parole
non si trovano
nelle propria interiora,
un sentimento
non si esprime,
semplicemente
si dovrebbe
vivere
e fondersi
nei meandri
intellettuali
e spasmodici
della propria
infinita fragilità.
Ammettiamo
che io non sappia
scrivere,
non sappia vivere,
ma almeno
proverei
a darti
tutto l’ amore
che vorrei,
sono l’ insicuro
per eccellenza
e di questo
non mi dolgo
e non mi vergogno,
in quanto l’ emozione
mi induce
a vivere
il sogno
come il tormento
e non sapete
come le mie ossa
bollono
al calore del sole!
Come vorrei
semplicemente
conversare
delle nostre
somiglianze,
dei nostri sogni,
dei nostri terrori
più reconditi
e renderti
un po’ di pace,
sciogliere
il tuo volto
con la carezza
dell’arte.
Ma voi assassini
cosa ne sapete
dell’amore,
voi che bruciate
i vostri sogni
come potete
ancora definirvi
uomini?
Per me l’ amore
è tutto
e coloro
che lo profanano,
semplicemente
non meritano
di vivere.
La notte
ti ricorda,
sussurrami
per sempre
al di là del mare
ed io sarò
felice.
Mi basterà
un tuo pensiero
per ricordarmi
che nel cielo
si congiungono
le stelle
ed io nella via
Lattea,
attenderò
di vivere
nel tuo riflesso.
di Stefano Spinuzza.