LA RECENSIONE DI OGGI
Titolo: La corsa.
Autore: Michela Belotti.
Genere: thriller.
Tipologia: romanzo.
Versione: cartacea – ebook.
Ho letto questo thriller con vero interesse, perché si colloca abilmente tra il giallo poliziesco, e la narrativa pura e genuina.
Mi è piaciuto molto lo stile canzonatorio e personale col quale viene raccontata la storia, attraverso gli occhi della protagonista, vittima di un brutto incidente che le provoca una profonda amnesia.
Sara è una ragazza simpatica, piena di vita, in fuga da una famiglia disfunzionale, responsabile di gran parte dei suoi malesseri psicologici. Ma non è tutto qua: Sara fugge anche da altri segreti, che si porta dentro con paura e consapevolezza. Col procedere della narrazione, le ombre si faranno sempre più fitte, fino a tracciare un solco che impedisce di ricostruire chiaramente il quadro della situazione.
Un ragazzo è stato ucciso, e noi ce la mettiamo tutta per trovare un colpevole, o solo azzardare un’ipotesi, ma quelle che sembrano le soluzioni più ovvie, sono anche le prime che vengono scartate. E noi andiamo avanti a pensare, fino a giungere a un finale inaspettato, in cui l’autrice ha l’astuzia di fregarci con una doppia sorpresa.
É un libro che si legge d’un fiato. Una volta iniziato diventa difficile smettere, soprattutto perchè l’immedesimazione è totale; siamo spinti a seguire Sara nelle sue peripezie, nei suoi pensieri, tra corteggiatori e sospettati, e inevitabilmente finiamo per affezionarci.
Consiglio la lettura di questo romanzo a tutti, perchè oltre ad essere una storia originale che saprà conquistare anche i non amanti del genere, riesce a stupire con un finale che lascia davvero a bocca aperta.
grazie Filippo!!!! se hai qualche consiglio da darmi mi farebbe piacere sapere dove posso migliorarmi e cosa ti ha convinto meno!
grazie ancora!
Michela
Ciao Michela, guarda, il romanzo mi è piaciuto in tutti i sensi, quindi non starò qui a ripetere i complimenti (tutti meritati), mi limiterò solo a sottolineare l’unica nota stonata che ho trovato e che, capiscimi, è legata solo a una sensazione. Il mio editor mi ha insegnato a rispettare la “coerenza e credibilità” in una storia, e la tua la rispetta; ne viene sensibilmente meno durante la parte finale, quando Sara è al processo. In quel momento, il suo modo di fare un po’ burlesco, come in tutto il resto della storia, non si lega bene a quello che sta passando, perchè durante un processo è normale avere paura, timore, preoccupazione, magari tenere a freno la lingua, anziché continuare a sparlare. Tutto qui. Ma, ripeto, è solo una sensazione che a conti fatti non inficia la qualità del romanzo. Quindi, brava.
grazie per i consigli, capisco perfettamente cosa mi stai dicendo, anche perchè anch’io sono rimasta per un pò di tempo in dubbio su come affrontare quel momento. e alla fine ho deciso di lasciar fare a Sara… il personaggio docet! 😀
E i personaggio, si sa, hanno sempre ragione!